Approcciare le prime nozioni di fisica può essere complicato perché i ragazzi non hanno ancora chiaro a che cosa serva questa nuova materia.
Ho pensato allora di creare degli esperimenti che fossero divertenti ma che li mettessero davanti a problemi in cui non fosse facile eseguire una misura.
In questi esperimenti hanno avuto due ordini di difficoltà, che spiego di seguito.
- Misurare oggetti “difficili”: è abbastanza facile misurare la lunghezza di un foglio, ma come si misura la lunghezza di una mano? Che cosa misuro? Dove comincia una mano e dove finisce? Misuro la larghezza o la lunghezza? Quali decisioni operative prenderò?
In questo caso i ragazzi hanno preso tutte queste decisioni in modo inconsapevole, ma poi si sono trovati a riportarle nella relazione, quindi a farle riaffiorare.
Questo passaggio mi è sembrato particolarmente importante e cioè prendere coscienza delle decisioni che prendiamo continuamente rispetto alla realtà che ci circonda, soprattutto quando andiamo a quantificarla. - Misurare con strumenti inadeguati: ho portato di proposito strumenti poco adeguati alle misure da fare, soprattutto per le lunghezze. Ho portato righelli, nastri, un metro da sarta.
Qui le reazioni sono state molto varie perché alcuni si sono adattati in vari modi a quello che avevano a disposizione, altri invece hanno cercato in giro metri o righe più lunghe, altri ancora hanno utilizzato dei nastri, per poi misurare questi, quindi hanno realizzato uno strumento di misura “intermedio”.
Per misurare i tempi hanno potuto utilizzare il cellulare.
Il lavoro si svolge a coppie, i ragazzi devono prendere tre diverse misure relative all’altra persona della coppia e scrivere una relazione, come nel documento allegato.
Per la relazione di laboratorio, faccio utilizzare anche queste indicazioni.
Per capire meglio che cosa fa un fisico relativamente agli strumenti di misura, faccio leggere in classe anche questo brano, tratto dal bellissimo “Lab girl” di Hope Jahren.
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